Scopriamo insieme a cosa servono i solfiti nel vino e perché nel biologico si cerca di farne a meno
Negli ultimi anni si è diffusa sempre più la consapevolezza sull’importanza di ridurre l’impiego di additivi chimici nel vino. Sebbene i solfiti (o anidride solforosa) non siano vietati, è risaputo che possono avere effetti allergenici e, in alcuni soggetti, provocare mal di testa, problemi respiratori o irritazioni.
Per questo l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha fissato un limite massimo di assunzione giornaliera a 0,7 mg per kg di peso corporeo, e dal 2005 l’Unione Europea impone di indicarne la presenza in etichetta se superano i 10 mg/l.
A cosa servono i solfiti nel vino?
I solfiti svolgono un ruolo fondamentale nella vinificazione tradizionale: impediscono la proliferazione di batteri e lieviti indesiderati e rallentano i processi di ossidazione, contribuendo così alla conservazione del vino.
Vino convenzionale, biologico e naturale: quali differenze?
- Vino convenzionale: può contenere fino a 150 mg/l di solfiti nel rosso e 200 mg/l nel bianco.
- Vino biologico: ha limiti più bassi, rispettivamente 100 mg/l e 150 mg/l.
- Vino naturale o senza solfiti aggiunti: contiene meno di 10 mg/l e non richiede l’indicazione “contiene solfiti” in etichetta, anche se una piccola quantità può formarsi naturalmente durante la fermentazione.

Come si riducono i solfiti nel vino biologico?
Nella viticoltura biologica si lavora in modo preventivo: si utilizzano uve sane, raccolte al momento giusto, e si avvia rapidamente la fermentazione per ridurre il rischio di contaminazioni. In questo modo, si riesce a limitare l’aggiunta di solfiti, lasciando che siano solo quelli prodotti naturalmente a restare nel vino.
I rischi per i soggetti sensibili
I solfiti non rappresentano un pericolo per la maggior parte delle persone, ma chi soffre di asma o ha una sensibilità particolare può manifestare sintomi anche con basse quantità. Ecco perché c’è crescente interesse verso vini con pochi o zero solfiti aggiunti.
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Presidente di Natura Iblea Srl e Co-fondatore di Paniere Bio. Forte dell’esperienza come Direttore Amministrativo e Cost Control, nel 2001, insieme ad altri due soci, dà vita a Natura Iblea Srl. L’azienda agricola è oggi una delle più grandi realtà produttive di ortofrutta biologica in Italia e in Europa.
Ogni anno, a partire dal 2017 e fino all’ultima edizione, Natura Iblea Srl ha ricevuto il premio «Miglior Welfare Index PMI», attestato che certifica le attività intraprese dall’azienda a favore del benessere dei propri collaboratori e del territorio.
Nel 2017 riceve la medaglia al merito della Presidenza del Consiglio dei ministri per meriti sociali e nel 2019 viene nominato dal Presidente della Repubblica “Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana” per l’impegno civile e l’integrazione sociale.
Nel settembre del 2021, nell’ambito del SME EnterPRIZE a Bruxelles, gli viene conferita la qualifica di «eroe della sostenibilità». A giugno del 2022 riceve a Roma il riconoscimento come «personaggio dell’anno» dal Corriere Ortofrutticolo ed il premio «Green Innovation» dalla BPER Banca.
Nel 2018, insieme al figlio Andrea, fonda Paniere Bio: il primo eCommerce dedicato alla vendita di ortofrutta bio. Oggi Natura Iblea Srl – Paniere Bio conta 150 dipendenti e un fatturato di circa 10 milioni di euro.